Donazione Carmi
Palazzo Lagravinese

La fotografa degli ultimi, una pioniera il cui sguardo attento e profondo leggeva l’anima delle comunità, torna finalmente a casa. Indipendente, libera, coraggiosa. Dal13 luglio scorso, a Palazzo Lagravinese, la mostra permanente con le 31 foto che la fotografa Lisetta Carmi ha donato, nel 2020, alla Comunità di Cisternino, il comune pugliese, in provincia di Brindisi, nella magica Valle d’Itria, che l’ha accolta per quasi 50 anni. Foto autografate e timbrate, che costituiscono un patrimonio inestimabile non solo per la Valle d’Itria, e che testimoniano il viaggio artistico e umano di Lisetta Carmi: gli scatti in mostra raffigurano i camalli di Genova, i “travestiti” di Via del Campo, i campi profughi palestinesi, i volti dei bambini in Afghanistan, Venezuela, Irlanda, Israele, India, la Sicilia con i testi dello scrittore Leonardo Sciascia in accompagnamento, lo yogi Babaji a Herakhan e il volto invecchiato ma intenso del poeta Ezra Pound.

Lisetta in una foto di Massimiliano Morabito

Lisetta in una foto di Massimiliano Morabito

Bio

Annalisa Carmi, meglio conosciuta come Lisetta Carmi (Genova, 15 febbraio 1924 – Cisternino, 5 luglio 2022), è stata una fotografa italiana, famosa per i suoi reportage di impegno sociale realizzati negli anni sessanta e settanta, come i camalli di Genova, i travestiti di Via del Campo, i campi profughi palestinesi. Frequentò le scuole a Genova fino all'età di quattordici anni, quando nel 1938, in seguito alla promulgazione delle leggi razziali fasciste, venne espulsa dal liceo in cui era iscritta. Durante uno dei suoi viaggi in Oriente, nel marzo 1976 Lisetta incontrò il maestro yogi indiano Babaji, e ne rimase a tal punto colpita da decidere di cambiare vita. Nel 1979 comprò un trullo e fondò a Cisternino, in Puglia, l'ashram Bhole Baba; da quel momento si dedicò alla diffusione degli insegnamenti del suo maestro e ad una vita di meditazione.

L'immagine del manifesto. Venezuela, Bambini, 1969

L'immagine del manifesto. Venezuela, Bambini, 1969

La mostra, nella cornice di Palazzo Lagravinese, su iniziativa del Comune di Cisternino, vede la direzione artistica e la curatela dell'Arch. Massimo Romanazzi, Nadiya Yamnych e Walter Trento di NÙEVÙ Studio e prodotto dalla Valledì S.c.ar.l. La cura della parte storico-didascalica del percorso, invece, è della giornalista Lucilla Parlato. In partnership alla Biblioteca di Comunità Tommaso Fiore, sono conservati e fruibili gli oltre 900 volumi donati, dalla stessa Lisetta, alla comunità di Cisternino.

L’allestimento si è avvalso della supervisione della Sovrintendenza ai Beni Culturali e Artistici di Lecce-Brindisi e del curatore dell'Archivio Carmi, Giovanni Battista Martini.

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Palazzo Lagravinese

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  • ORARIO APERTURA

dal martedì al sabato dalle 19:00 alle 21:30;

la domenica dalle 10:30 alle 13:00

  • MOSTRA IN CORSO

dal 3 luglio al 31 agosto 2025

Angeli in incognito

di Vito Zizzi

Concept, soggetto e curatela di Walter Trento

  • EVENTI

    T O R R E D E L L ' O R O L O G I O

    c r o n o l o g i a s p i e g a t a

    12 luglio - 6 agosto

    Barbara Ippedico

    “cinque minuti di celebrità”

    fotografia

    7 agosto - 14 agosto

    Gianni Zizzi

    “telerie”

    immagini

    16 agosto - 23 agosto

    Elisabetta Barracchia

    “le scapigliate”

    grafica digitale

    29 agosto - 21 settembre

    Lauryn Kai

    “thread  of time”

    collage

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Palazzo Lagravinese e Torre dell'Orologio osservano gli orari di apertura e chiusura come sopra, tuttavia sarà possibile visitare il Palazzo e la mostra permanente di Lisetta Carmi in alcune date specifiche o su prenotazione per gruppi e scuole contattando l'Ufficio Cultura del Comune di Cisternino 0804445238 o via whatsapp +39 3483641730
Per tutti gli aggiornamenti potete seguirci su Fb: palazzolagravinese ed Instagram: @donazionecarmi
il manifesto

il manifesto

ANGELI IN INCOGNITO è un invito a riconoscere il sacro nascosto nell’ordinario, nella quotidianità, nelle cose semplici, attraverso il viaggio, ché non è solo uno spostamento ma anche una metafora. Rappresenta un percorso, un cammino di scoperta e di crescita.

Il viaggio è rito, non solo movimento nello spazio, ma passaggio tra stati dell’essere.

Si parte per cambiare, o perché qualcosa dentro ha già iniziato a cambiare te.

Ogni partenza è una soglia. Lasciare alle spalle ciò che ci è noto, spogliarsi del quotidiano, prepararsi – anche senza saperlo – a morire un po’, per rinascere altrove. Come nei riti antichi, c’è una separazione, una trasformazione, un ritorno in cui nulla è più lo stesso. La meta è un'illusione. Si viaggia per diventare.

Nella storia umana, il viaggio ha assunto molte forme: esplorazione, fuga, conquista, pellegrinaggio, migrazione. Ma al di là delle sue motivazioni pratiche, il viaggio porta con sé una struttura profonda, simbolica, che lo accomuna ai riti. Viaggiare non è solo andare da un punto all’altro: è attraversare una soglia, lasciare un’identità e, spesso, trovarne un’altra.

“Per la stessa ragione del viaggio, viaggiare” (F. De André). Non è il luogo d’arrivo a contare, ma ciò che accade lungo il tragitto: incontri, crisi, rivelazioni.

l viaggio è rito, perché comporta una transizione. Ci mette in contatto con l’ignoto, ci spoglia delle certezze, ci invita a cambiare. E come ogni rito, se vissuto con consapevolezza, ci restituisce a noi stessi con uno sguardo diverso. Forse più fragile, ma autentico.

In Angeli in incognito vede la spiaggia come spazio di confine; la stazione come soglia, luogo simbolico di arrivi e partenze.

Angeli in incognito porta in sé l’idea che essere se stessi, anche nella vulnerabilità, sia un atto divino.

Angeli in incognito | 2000 | Ph. Vito Zizzi | A cura di Walter Trento | Nùevù Studio

B I O G R A F I A

Vito Zizzi comincia come "garzone" con Mario Zizzi, nella camera oscura del maestro Nicola Granaldi e si appassiona al mestiere. A partire dal 1973 inizia una foto-documentazione dei trulli abbandonati e della vita contadina. Nel 1974 vince la prima locale estemporanea di fotografia ed apre un piccolo studio in proprio. Da autodidatta, studia i grandi contemporanei e trova un proprio linguaggio nell'estrema attenzione alla percezione visiva ed alla composizione.

Agli inizi degli anni '90 conquista la stima di Ettore Bernabò Silorata, che lo invita a tenere in tutta Italia workshop di tecniche della fotografia nei matrimoni, nel ritratto e nel glamour. Un successo che vede il suo antefatto. È del 2000 il suo primo libro il matrimonio, immagini e tecnica, che viene adottato da molti come un vero e proprio manuale. Nel 2004 pubblica il fotolibro “Corpus Domini” passione in bianco e nero. Partecipa, su invito di Franco Fontana, al "Toscana Foto Festival" e, come docente, ai seminari Kodak sull'innovazione digitale. Si divide ormai tra moda, editoria e sport. Nella sua stessa città si impegna in backstage e foto di scena dei festival internazionali di musica e arte: Alterfesta, Pietre che Cantano e Posto Unico. Negli stessi anni è artefice della tre giorni di mostre e workshop "Oltre il confine del Matrimonio", il primo esperimento italiano di dialogo tra fotografi artigiani e fotografi "autori" come Lisetta Carmi, Joe Oppedisano e Uliano Lucas. Grazie a questi incontri Uliano Lucas seleziona alcune sue foto per un progetto della Fondazione Mazzotta sull'Italia dell'ultimo mezzo secolo e che prevede cataloghi e mostre itineranti nelle grandi stazioni ferroviarie: "Gli Italiani a Tavola", "Un Bacio due Baci", "Su la testa”. Una foto di Vito Zizzi è presente nella prestigiosa “Storia d’Italia in 500 immagini” dal 1945 al 2000, sempre curata da Lucas per la Einaudi. Nel 2000 con Walter Trento produce “Angeli in incognito”, progetto inedito presentato per la prima volta dopo 25 anni nello stesso palazzo, che ospita la Donazione di Lisetta Carmi, che del suo frizzante amico scrisse:

“Vivo in Puglia da molti anni: ho scelto questa terra perché vi ho sentito il soffio del “sacro”. Quattro anni fa ho conosciuto Vito Zizzi, e subito si è creato fra noi un rapporto di amicizia e di verità. Stimo il suo entusiasmo per la fotografia, la sua ricerca sul territorio e sul lavoro dell'uomo, la sua apertura interiore verso l'anima antica di questa nostra preziosa terra pugliese e di coloro che la abitano.”